Assistiamo a un vero boom di casi, 18 milioni di italiani soffrono di una forma di allergia e al livello mondiale è ancora peggio: l’ Oms dichiara che il 40% della popolazione è colpita da un qualche tipo di allergia o intolleranza. Attualmente la medicina non fa che fare prove allergologiche, somministrare antistaminici fino ad arrivare nei casi più gravi a usare broncodilatatori e cortisone. Chi parla di diete, consiglia diete di privazione cercando di evitare i cibi che causano la sintomatologia, chi fa vaccini cerca di desensibilizzare il sistema immunitario ma più o meno tutti se la prendono con il nostro povero sistema immunitario che in realtà è solo la vittima di una causa molto più banale ma purtroppo ignorata e dalle diverse sfaccettature. Le allergie sopravvengono in età anche avanzata e nessuno in realtà si sa spiegare perché, la frottola della genetica come causa portante non regge più.

Quello che dobbiamo capire innanzi tutto è perché il nostro sistema immunitario si sovra-esprime, ad esempio con un banale polline che è solamente portatore di un antigene che da solo non nuocerebbe a nessuno. Ma perché qualcosa dovrebbe far “arrabbiare” il nostro sistema immunitario?

Il nostro sistema digerente è la più grande interfaccia con il mondo esterno. L’intestino infatti per quanto lo possiamo considerare “interno” in realtà è un organo esterno. Si è calcolato che la superfice equivalente del nostro intestino è grande circa come un campo da tennis. Questo vuol dire che quando mangiamo “spalmiamo” su questa superfice il cibo che viene processato da acidi gastrici, succhi biliari e pancreatici e dal microbiota. La barriera intestinale è costituita da dei tessuti che si frappongono tra il cibo e il sangue e il sistema linfatico. Se questa barriera ha delle “perdite” si parla di permeabilità intestinale(4). Ma perché ci sono queste "perdite"? La causa della permeabilità intestinale è da ricercare in uno stato di disbiosi cronica del microbiota

La disbiosi è un concetto che indica gli squilibri più disparati e complessi del nostro microbiota. Miliardi di microorganismi diversi, centinaia di migliaia di famiglie che interagiscono in maniera complessa a seconda del loro rapporto reciproco, dalla collocazione “geografica” in un tratto intestinale piuttosto che in un altro e dallo stato emotivo della persona (asse intestino-cervello). La disbiosi può evolvere in infiammazione e permeabilità intestinale. Una volta che il nostro intestino si trova in tale stato, permette il passaggio di proteine intere e batteri che non dovrebbero passare direttamente nel sangue e nel sistema linfatico; quello è il momento in cui si sovraccarica il sistema immunitario che comincia a fare gli straordinari, insieme al fegato che è uno dei primi organi a fare le spese di questa condizione

In questo stato qualunque cibo mangiato ripetutamente può scatenare reazioni allergiche in quanto i suoi componenti possono passare la barriera intestinale e andare a sovra-esprimere gli antigeni corrispondenti.

Affannarsi a fare “cure” antistaminiche non ha nessun senso se non quello di tamponare una situazione acuta ma che nulla può contro la permeabilità intestinale, che è la vera causa sottostante. Stesso dicasi per le diete di privazione che se da una parte sono utili per evitare reazioni allergiche poco o nulla fanno alla causa della permeabilità intestinale che se rimarrà inalterata i disturbi allergici permarranno fino all’ insorgenza di nuove allergie e intolleranze.

La permeabilità intestinale si può misurare con degli esami come la ricerca della zonulina (sierica e fecale), cosi come si può misurare lo stato di disbiosi e di infiammazione. Questo è il punto di partenza: capire il proprio stato di fatto intestinale.

Poi si deve cercare di operare sulla disbiosi intestinale e qui si apre un mondo. Quello che è importante è riuscire a ridurre lo stato di disbiosi, a far andare d’accordo i nostri amici. Ognuno ha le proprie formule con probiotici e le proprie diete (le più disparate e distanti come vegetariane e paleo) ed ognuno ha i propri risultati positivi e negativi. Probiotici come bifidi e lactobacilli con sicurezza sono un valido strumento per venire a capo della disbiosi ma non è semplice riuscire ad azzeccare le giuste proporzioni e i bisogni individuali. Ancora oggi non siamo in grado di dare risposte definitive e univoche al fenomeno della disbiosi ma una cosa è certa, un’alimentazione troppo sbilanciata verso gli zuccheri e carboidrati (in particolari raffinati e non integrali) favorisce la disbiosi, mentre un’alimentazione variata favorisce la biodiversità che è la base di un microbiota sano e dell'eubiosi. L’abbondanza di zuccheri può causare la proliferazione della candida e la condizione di disbiosi del microbiota(che si può anche visualizzare come uno stato di antagonismo tra microorganismi invece che di cooperazione) provoca uno stato di squilibrio microbiologico, nel quale la candida muta il suo stato e da innocue pallette (lievito) a filamenti detti “ife” (muffa) che bucano l’intestino generando, o comunque contribuendo, alla permeabilità intestinale.

Fibre solubili e insolubili, amido resistente, Gos, Fos e inulina sono i prebiotici più usati per favorire un microbiota ricco di probiotici, ma a ben guardare ogni cibo è un prebiotico ovvero un alimento che fa proliferare certi tipi di batteri.

Anche i metalli pesanti e gli oligoelementi fanno parte dell’equazione, favorendo o sfavorendo la permeabilità intestinale. Questi elementi intra-cellullari fanno da substrato al nostro microbiota, in pratica fanno da terreno su cui prolifera il microbiota. Per semplicità potremmo vedere questi elementi come la terra sulla quale crescono delle piante. Se c’è un terreno inquinato o carente di qualche elemento facilmente non riusciremo a coltivare un prato sano ed equilibrato, viceversa potremmo avere un prato sano, bello e resistente.

Il paragone tra il microbiota e un prato non si può spingere piu di tanto. Mentre un prato a prescindere dalla sua biodiversità ha bisogno sempre di acqua per crescere , il microbiota sarà biodiversificato a seconda della diversità della dieta seguita e dei prebiotici assunti. L'equazione della disbiosi è molto complessa in quanto è vero che si è capito che ci sono ceppi batterici come la famiglia dei bifidi che favoriscono l'eubiosi e promuovono la biodiversità ma è l'interazione tra tutti i microorganismi dell'intestino (e non solo) , il loro dialogo e le loro interdipendenze che fanno un microbiota in eubiosi.

Anche la carenza di vitamina D (che è da alcuni autori considerata un ormone) fa parte di questa equazione. Forse non è un caso che le malattie riconducibili a permeabilità intestinale sono in continuo aumento e la carenza di vitamina D è endemica nella popolazione. Ci sono studi che provano una relazione tra permeabilità intestinale e carenza di tale vitamina (1), quindi una cosa da fare è dosare la vitamina D per eventualmente integrarla e portarla a valori adeguati. Probabilmente non è un caso che le megadosi di vitamina D che usa il metodo Coimbra(dall’omonimo medico) aiutano e addirittura risolvono la sclerosi multipla, che ricordiamo è causata un sistema immunitario in tilt che attacca se stesso. Appare ovvio in questo contesto che la permeabilità intestinale fa parte dell’equazione della SM, arrivando a essere probabilmente e logicamente la causa principale, ma nessuno lo dice.

È esperienza dello scrivente che una volta risolta la permeabilità intestinale, riscontri di laboratorio alla mano, l’allergia migliora nettamente scomparendo nel corso del tempo. Il sistema immunitario pian piano dimenticherà quei nemici innoqui(quegli antigeni, quei pollini) che prima scatenavano la risposta allergica, nella misura in cui il sistema immunitario non sarà più sottoposto alle sovra-stimolazioni causate da una permeabilità intestinale troppo pronunciata.

Ricapitolando ecco cosa succede: a causa di antibiotici, stress, farmaci, inquinamento, metalli pesanti, scorretti stili di vita(3), diete squilibrate e cibi non sani (pieni di antibiotici, pestici) lo stato di salute del nostro microbiota e quindi la disbiosi aumenta fino a compromettere la barriera intestinale. Questa condizione avviene anche in giovanissima età quanto la barriera intestinale non è ancora ben formata e compromettendo così la salute della persona per gran parte della sua vita. Il microbiota sano è la chiave di volta nel preservare questa barriera (gli acidi grassi a corta catena prodotti dal microbiota e ingeriti sono di vitale importanza per la cellula intestinale, l’enterocita) e la vitamina D è un valido alleato (1)(2). Difficile attualmente addentrarsi in cosa significhi esattamente avere un microbiota sano (oltre ad averlo il più possibile diversificato nella sua composizione) ma i fattori sopra menzionati sono tutti da prendere in considerazione. Il sistema immunitario viene stressato parallelamente dal grado di permeabilità e dal tempo nel quale si rimane in tale stato. La risposta del sistema immunitario è quindi dipendente dalla permeabilità intestinale, di conseguenza tutte le malattie correlate al sistema immunitario si gioveranno da un miglioramento delle condizioni della barriera intestinale.

  1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=zonulina+vitamin+d3 /
  2. https://microbioma.it/immunologia/la-vitamina-d-modula-il-sistema-immunitario-modificando-il-microbiota-intestinale
  3. https://microbioma.it/gastroenterologia/attivita-fisica-altera-il-microbiota-intestinale-indipendentemente-dalla-dieta

4. la permeabilità intestinale o leaky gut attualmente è un concetto molto diverso da stati infiammatori cronici (morbo di Crohn e colite ulcerosa), ma è parere dello scrivente che anche questi stati infiammatori intestinali siano in relazione stretta al microbiota intestinale e quindi con tutto ciò che ne consegue