Oggi, facciamo finta che…come dice il buon Mauro Biglino nei suoi seminari.
Fate finta di essere un turista alieno robotico, che arriva sulla terra per la prima volta e si trova di fronte a una scena macabra. Trova dei pezzi di esseri umani accatastati alla rinfusa. Non sa cosa possano essere, perché non ha mai visto un essere umano. Esamina i frammenti, e nota che ci sono delle strutture che sembrano avere delle funzioni, sono “intelligenti” o almeno qualcosa che ha un senso, insomma roba fatta da esseri intelligenti. Studia frammenti di membra e pezzi di organo, e capisce che ci potrebbe essere una relazione tra di essi. Raccoglie dei campioni e torna nella sua navicella con tanto materiale e comincia a esaminarlo. Con i potenti mezzi a sua disposizione, nonostante non sia uno scienziato, ammira le strutture fantastiche della cellula e non può non meravigliarsi delle sue funzioni e strutture incredibili. Questa fantastica struttura sembra dotata di intelligenza, capacità di riprodursi e con delle funzioni specifiche. È viva, pensa. Ha una memoria concentrata in questi polimeri (DNA) che hanno delle potenzialità di immagazzinamento sbalorditive, probabilmente superiori ai suoi circuiti fatti di silicio. Per questo essere robotico il tempo ha una dimensione molto diversa da quella umana e passano molti anni in cui studia con cura tutta l’anatomia umana partendo da quei frammenti di essere umano trovati. C’è qualcosa che non capisce, ma intuisce. Non ne ha le prove, ma sembra che quei frammenti trovati siano parte di qualcosa, ma non ha la minima idea né di cosa possa essere né tantomeno di come le varie parti possano combinarsi ed interagire.
La storia finisce qui perché qui finisce il parallelo con la conoscenza attuale sul microbiota. Studiamo diversi ceppi batterici singolarmente. Sappiamo che l’akkermansia muciniphila stimola la produzione del fondamentale muco intestinale, sappiamo che il Faecalibacterium prausnitzii produce acido butirrico essenziale per l’enterocita e sappiamo che un certo ceppo di L.reuteri aiuta a produrre vitamina D. Consiglio la lettura degli altri articoli per sapere l’importanza dei sopracitati ceppi batterici, ma la cosa più importante di tutte la ignoriamo completamente: la loro sinergia tra loro e con gli altri ceppi batterici o con le altre famiglie, il loro rapporto e sì perché no, il loro dialogo. I batteri in qualche modo hanno un loro linguaggio, si comunicano ad esempio la resistenza agli antibiotici. Sono capaci di mutare e uno stesso probiotico può mutare in patogeno e viceversa. Ma in quali condizioni? Sappiamo che un microbiota sano è composto da una maggioranza di microorganismi diciamo “neutri” ma che possono comportarsi in maniera probiotica oppure patogena a seconda di una minoranza ben organizzata degli altri batteri. Se i probiotici prevalgono sui patogeni abbiamo uno stato di eubiosi, viceversa se i patogeni prevalgono sui probiotici abbiamo una disbiosi (1). Una sorta di effetto maharishi “microbiotico”? Il nostro microbiota insomma con ogni probabilità è un qualcosa molto differente dalla giustapposizione delle sue parti, della somma dei vari microorganismi. Al pari dei pezzi di un essere umano che sono qualcosa di completamente diverso da un essere umano intero e vivente, con ogni probabilità il microbiota deve essere considerato nella sua interezza e magari così facendo potremmo avere delle sbalorditive sorprese. Il microbiota forma una sorta di network che per certi versi ha senso contemplare solo nel suo insieme. Sappiamo che le emozioni e i gusti con ogni probabilità sono generati anche dal microbiota. Ma vuoi vedere che l’anima…. E se il microbiota in qualche modo “parlasse” al microbiota di altre persone? E se la telepatia (vi prego non lo dite a Piero Angela sennò mi mette nel Malleus Maleficarum) in realtà passasse dalla pancia? L'inconscio collettivo potrebbe avere un senso molto diverso da quello che venne usato da Carl Gustav Jung. Se il microbiota comunicasse con i suoi fratelli, i batteri della terra? Magari i cropcircle non sono fatti nè da burloni nè da alieni ma dal microbiota della terra (nell’eventualità toccherebbe rianimare Garlaschelli) o dall’insieme dei batteri di tutto il pianeta(microbiota)?
Possiamo tornare con i piedi per terra ma è bene sognare e riflettere su nuove frontiere perché se ci limitiamo a leggere solo i libri già scritti di fisica e chimica non capiremo mai di niente di nuovo.
(1) Il concetto di disbiosi e eubiosi è molto più articolato e complesso, ma la descrizione fatta è focalizzata al discorso che si cerca di sviluppare